Lettera aperta al Presidente della Repubblica

Gentilissimo Presidente,
ho appreso in questi giorni che l'appello inviatole da oltre 1300 cittadini della Montagna Pistoiese lo scorso 2 giugno, seguito poi da una richiesta ulteriore corredata da sintetiche domande puntuali, ha ricevuto solo una risposta interlocutoria tesa ad investire il Governo del problema sottopostoLe. L'appello in questione, come ricorderà, rimarcava il tema di una sostanziale disattenzione del legislatore nazionale rispetto ai problemi delle aree marginali, in particolare montane. Si tratta, evidentemente, di una questione che è "tutta costituzionale", dacché la nostra carta fondamentale dispone, all'art. 44, l'emazione di "provvedimenti in favore delle zone montane".

La ragione del mio scriverLe in veste istituzionale sta nel fatto che ero uno dei firmatari di quell'appello. Un appello che condivido nella sostanza e nell'impianto e che diventa, ogg, l'occasione per sviluppare ulteriori riflessioni sulle difficoltà delle aree montane e sui problemi che ostano ad uno sviluppo armonico dei territori marginali e del Paese nella sua interezza.

Vede Sig. Presidente, dopo il deperimento dell'economia agricola e la fine degli storici presidi industriali, i territori montani hanno conosciuto un progressivo e inesorabile processo di spopolamento. Un processo che li ha resi ogni anno più fragili e sempre più esposti al rischio dei "capricci" della natura. Nessuno cura più i territori. I servizi, quelli che restano, arrivano a destinazione con fatica sempre maggiore. Le attività economiche chiudono sotto il peso di un circuito produttivo che non è più in grado di garantire le condizioni minime di sopravvivenza. Inoltre, il peso della fiscalità, equiparabile di fatto a quello imposto nelle aree a più alta concentrazione demografica, impedisce alle piccole e medie imprese di investire per adeguarsi alle moderne dinamiche di mercato. Capirà che la strada del ritorno è irta di ostacoli. Certo, la teoria è semplice. Creare infrastrutture, muovere lo sviluppo, lavorare con convinzione al necessario riassetto delle istituzioni. Già, ma non basta. Mi creda Sig. Presidente, il timore è che tutto questo possa non essere sufficiente. Quella che manca è la spinta propulsiva. L'età media degli abitanti della Montagna Pistoiese si attesta ormai a cinquantatre anni e cresce con continuità, il tasso di spopolamento è al due per cento. Con questi "fondamentali" ogni azione, anche la più efficace, rischia di rivelarsi improduttiva.

E allora che fare? Servono azioni decise e coraggiose e il tema della fiscalità è decisivo. Occorrono misure di drastica riduzione della pressione fiscale per chi decide di vivere in montagna; servono strumenti di defiscalizzazione che sostengano la permanenza e la creazione di nuove attività imprenditoriali, servono meccanismi di incentivazione per l'acquisto e per l'affitto di abitazioni e fini residenziali e produttivi. Tutto questo con un unico fine. Riportare la gente sui territori. Sì, perché il presidio antropico è l'unico "ingrediente" di cui non si può fare a meno. Non ci sono politiche per lo sviluppo, non ci sono sistemi di servizio, non ci sono infrastrutture se le persone non sono lì a viverle e ad interpretarle.

Allegati:
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