PierGiovanni. Un profilo e un grazie di cuore.

Venerdì scorso, dopo una lunga battaglia, Pier Giovanni Rossi, storico operaio del Comune di Piteglio, si è arreso alla prepotenza del male che lo aveva colpito. Aveva solo cinquantaquattro anni.

In questa tristissima circostanza mi è parso doveroso tracciare un profilo di lui. Un profilo che fosse anche un ringraziamento per i contributi che, nella sua semplicità, comunque ha lasciato fra noi.

Oggi, alla cerimonia di commiato, e forse nella presunzione di interpretare il pensiero dei miei concittadini, ho voluto salutarlo così.

"Pier Giovanni era un gigante, lo era nel fisico e nell'anima. Bisogna riconoscere che la vita non è sempre stata magnanima con lui. Lo ha messo più volte alla prova. Lo ha costretto a un impegno costante, lo ha legato ai bisogni degli altri ai quali ha sempre provveduto con senso di responsabilità e abnegazione profonda. Ma lui, lui che sapeva essere un gigante anche nelle avversità, è sempre riuscito a stendere su tutto un velo di leggerezza. Una leggerezza che forse usava per proteggere se stesso, ma che lui sapeva diffondere a piene mani come fosse un contagio.

Chi, nel tempo, abbia avuto il piacere di incrociare il suo cammino, sa che Pier Giovanni era un dispensatore di sorrisi. Nei colloqui con lui non mancava mai una battuta, c'era sempre un pizzico di ironia. Ironia anch'essa leggera. Sì perché Pier Giovanni non era mai "fuori dalle righe". Stava sempre attento a non oltrepassare la linea di demarcazione che separa la leggerezza dall'invadenza. Come a ostentare un sacro rispetto dell'uomo. Un rispetto e una attenzione che si manifestavano nella sensibilità e nell'attenzione per gli altri. Certo: gli altri, intendendo per "gli altri" ogni luogo e ogni momento in cui la sua dimensione individuale si diluiva in un rapporto più largo.

"Gli altri" erano i compaesani, per i quali mostrava sempre una profonda attenzione che sposava ad un innato istinto di solidarietà. "Gli altri" erano i familiari, ai quali ha regalato un pezzo rilevante di sé. "Gli altri" erano il Comune, il suo lavoro al quale si è sempre dedicato con una dedizione e un attaccamento ammirevoli.

Per questo oggi ci sentiamo di dire che la nostra comunità perde una presenza e un contributo importanti. E nel salutarlo per l'ultima volta, vorremmo anche ringraziarlo. E dunque grazie Nanni. Grazie a nome di questa nostra comunità che hai servito e onorato con tutto te stesso. Grazie dell'impegno, dell'abnegazione, della fatica ... grazie dei sorrisi immancabili con cui sapevi stemperare ogni momento di tensione.

Un pensiero vada ai familiari, da oggi orfani di una spalla robusta. Purtroppo seguiranno per voi giorni e settimane dure, perché quelli che se ne vanno si allontanano sempre un po' per volta a partire dal momento in cui si fa più lento l'abbraccio comunitario delle prime ore. A loro, ai familiari, giunga la più calda manifestazione di affetto e di solidarietà dei cittadini di Piteglio.

A te e per te l'ultima riflessione Nanni, nella consapevolezza che le parole, queste parole come tutte le parole del mondo, probabilmente si perdono nell'incapacità di dare corpo e rappresentazione alle emozioni fortissime che nascono da un momento di così intenso dolore.

Sì vedi ... perché c'è un momento in cui le parole hanno bisogno di staccarsi da terra, di perdere la via dei concetti per mettersi a volare fin dove la ragione non arriva. E allora ... sulle ali di queste parole impotenti ti giunga il nostro abbraccio. Un abbraccio commosso e intriso di lacrime.

Oggi, che riprendi il tuo cammino attraverso il cielo, unisci queste lacrime ai tuoi sorrisi, fanne un condensato di vita e regalalo alle stelle. Sì Nanni, perché questa è la vita. E' sempre così. Un sorriso e una lacrima".