Che tu sia per me il coltello

Titolo Che tu sia per me il coltello
Autore Grossman David
 
Dati 2008, 336 p., brossura
Traduttore   
Shomroni A. 
Editore Mondadori (collana Oscar contemporanea)

 

Sinossi

 

In un gruppo di persone, un uomo vede una donna sconosciuta che con un gesto quasi impercettibile sembra volersi isolare dagli altri. Commosso, Yair le scrive, proponendole un rapporto profondo, aperto, libero da qualsiasi vincolo, ma esclusivamente epistolare. Più che una proposta è un'implorazione e Myriam ne resta colpita, forse sedotta. Un mondo privato si crea così fra loro, ognuno dei due offre all'altro ciò che mai avrebbe osato dare ad alcuno, e in questo processo di svelamento Yair e Myriam scoprono l'importanza dell'immaginazione nei rapporti umani e la sensualità che si nasconde nelle parole. Finché Yair si rende conto che le lettere di quella donna stanno aprendo un varco dentro di lui, gli chiedono con imperiosa delicatezza una svolta nella sua vita interiore. Il risultato è un romanzo avvolgente e "impudico" che ci mostra quanta strada bisogna percorrere per vincere la paura e arrivare a toccare liberamente, con pienezza, l'anima (e il corpo) di un altro essere umano.

 

Il mio Commento    

 

Un po' estremo, forse, il protagonista maschile e un po' lenta la narrazione. Un capolavoro di introspezione comunque. Ci trovi tutto il potere di seduzione della parola. La sua capacità, a volte sconvolgente, di aprirsi a forza una strada che porta dritto alle zone più remote dell'anima e dei luoghi del corpo dove l'anima si fa corpo a sua volta. Pagina dopo pagina si snoda il senso di un rapporto interpersonale che cresce a dismisura nella sua dimensione interiore per farsi bisogno, quasi urlato, di sguardi, di mani, di suoni, di odori e di umori.

 

Qualche

frase 

 

"Ciononostante, a volte, ripeto ad alta voce una tua frase, o solo una sequenza di parole, e sento sfilacciarsi una cucitura interna, l'imbastitura dell'anima. Scrivi, ogni giorno sprecato è un delitto".

 

"E con quello sguardo mi chiedi ancora: chi sei? Non so, vorrei essere chiunque il tuo sguardo vede in me. Sì, se solo non avrai paura di vedere – forse sarò".

 

"Non ce la faccio più così - la lontananza da te, questa astrazione - perché non riesco a contenere tutto quello che sta succedendo: ho veramente bisogno di un contatto diretto. Di un contatto diretto con te. Basta, vieni con il tuo corpo, nella tua interezza, completa o parziale, divisa o moltiplicata. Ma vieni a braccia aperte".
 

 

 

Scheda libro

 

Scheda IBS