Cecità

Titolo Cecità
Autore José Saramago
 
Dati 2013  316 p., brossura
Traduttore   
Desti R. 
Editore Feltrinelli (collana Universale economica)

 

Sinossi

 

In un tempo e un luogo non precisati, all'improvviso l'intera popolazione diventa cieca per un'inspiegabile epidemia. Chi è colpito da questo male si trova come avvolto in una nube lattiginosa e non ci vede più. Le reazioni psicologiche degli anonimi protagonisti sono devastanti, con un'esplosione di terrore e violenza, e gli effetti di questa misteriosa patologia sulla convivenza sociale risulteranno drammatici. I primi colpiti dal male vengono infatti rinchiusi in un ex manicomio per la paura del contagio e l'insensibilità altrui, e qui si manifesta tutto l'orrore di cui l'uomo sa essere capace. Nel suo racconto fantastico, Saramago disegna la grande metafora di un'umanità bestiale e feroce, incapace di vedere e distinguere le cose su una base di razionalità, artefice di abbrutimento, violenza, degradazione. Ne deriva un romanzo di valenza universale sull'indifferenza e l'egoismo, sul potere e la sopraffazione, sulla guerra di tutti contro tutti, una dura denuncia del buio della ragione, con un catartico spiraglio di luce e salvezza.

 

Il mio Commento    

 

Si direbbe lo studio asettico del comportamento umano in situazioni di emergenza. E' così che quando il panico predomina, le corde della ragione si allentano e l'uomo precipita verso le zone più primordiali, istintive e profonde del proprio essere. Quando hai paura non metti in moto la testa, segui la massa nel suo convulso rotolare verso una non soluzione.

 

Cecità è la cronaca di una epidemia che contagia tutti gli abitanti di un "mondo" non meglio precisato. La malattia porta improvvisamente chi ne è colpito alla perdita totale della vista. Si scatena una paurosa lotta per la sopravvivenza dove lo spirito solidale soccombe sotto la spinta degli istinti più bestiali. Alcuni "spiriti eletti" si salvano dal flagello riscoprendo il senso e la forza della solidarietà. Mentre i fatti si dipanano il sistema derlla civiltà entra rapidamente in cortocircuito lasciando il campo libero alle degenerazioni più impensabili.  Una riflessione lucida sulle debolezze dell'uomo, sulle sue bestialità sopite e sulla fragilità dei sistemi di gestione della civiltà.

 

Palese il richiamo a "La peste" di Camus con accenti più crudi e impietosi nella descrizione dell'uomo e delle sue nefandezze. Anche la soluzione finale sembra lasciare intravedere, in trasparenza, lo stesso messaggio dello scrittore francese: la peste/cecità come vendetta e insegnamento affinché gli uomini recuperino il loro rapporto con la morale.

 

 

Qualche frase 

 

"Arriva sempre un momento in cui non c’è altro da fare che rischiare".

 

"Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi  che, pur vedendo, non vedono".

 

"Se non siamo capaci di vivere globalmente come persone, almeno facciamo di tutto per  non vivere globalmente come animali".

 

 

Scheda libro

 

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