Per la pace. Contro la guerra in Ucraina. Riflessioni per la veglia del 27 febbraio

Buonasera a tutti. Ringrazio le associazioni, le forze dell'ordine, i cittadini, gli uomini e le donne che stasera hanno voluto essere presenti a questa veglia di pace. Le macerie del Muro di Berlino, dissoltesi trent'anni or sono, sotto le istanze di libertà dei paesi dell'est Europa, si ripresentano oggi a noi nella forma di una guerra atroce che minaccia di fiaccare di nuovo, sotto i colpi della violenza e della sopraffazione, quelle sacrosante istanze ispirate alla democrazia e alla pace.

Il mondo trema. Perché rivede nelle operazioni militari, nei tuoni di cannone, nei civili in fuga, negli occhi terrorizzati dei bambini, i flashback di una storia, che più ottanta anni fa ha attraversato anche i nostri monti, in un delirio di sopraffazione che speravamo di poter considerare archiviato per sempre. La mano omicida di Putin si spinge oggi fino alla violazione dei più elementari principi di sovranità. L'aggressione, ingiustificata e ingiustificabile dell'Ucraina, accende una miccia che rischia di far deflagrare le polveri dell'Europa e del Mondo.

Lo dico perché la guerra non lascia nessuno fuori. Non alimentiamo l'idea che il conflitto sia circoscritto entro i limiti della Russia e dell'Ucraina. La guerra è fra noi. Le miisure sanzionatorie, sacrosante, che gli Stati Uniti e l'Europa stanno mettendo in atto nei confronti della Russia, genereranno conseguenze negative per tutti. E noi non ne siamo fuori. I costi dell'energia e delle materie prime, già impazziti per l'acuirsi delle tensioni politiche degli ultimi mesi, potrebbero essere oggetto di ulteriori fibrillazioni. E' a rischio la stabilità del nostro sistema economico con quanto potrebbe conseguirne in termini di tensioni sociali. I cittadini, le imprese e le istituzioni, già fiaccati da due anni di pandemia, potrebbero trovarsi a gestire i contraccolpi di una situazione difficilmente prevedibile.

Per nostra fortuna si stanno moltiplicando le manifestazioni, le occasioni di mobilitazione, a sostegno della pace, della libertà e della democrazia in Ucraina. La pancia della stessa Russia si ribella, generando un clima di dissenso interno all'indirizzo di Putin che, speriamo, sia sospinto a più miti consigli in questa crescita di iniziative a sostegno della Pace. Noi non potevamo starne fuori. Non sarà risolutiva l'iniziativa di stasera, come non lo saranno, una per una, quelle nascenti per ogni dove in Italia, in Europa e nel Mondo. Ma quello che si sta levando dal basso è un coro, un inno alla pace che sale dalle coscienze al potere, per frenare la pericolosa escalation che minaccia le fondamenta del nostro stare insieme: come donne e come uomini liberi e come paesi sovrani.

Stasera siamo qui per questo. Per gridare forte il nostro no alla guerra, per unire la nostra voce a quella dei tanti che vogliono sentir tacere i cannoni e le bombe. La diplomazia si riappropri del suo ruolo e lavori per un equilibrio sostenibile e duraturo. La nostra più sentita solidarietà vada al popolo ucraino, martoriato in queste ore dalle atrocità di una azione militare senza giustificazione alcuna. Un abbraccio raggiunga le famiglie, gli uomini, le donne e i bambini che hanno visto, in queste ore, la tragica irruzione dell'assurdo nella loro vita quotidiana.

L'esodo del popolo ucraino in fuga dal conflitto sta accelerandosi giorno dopo giorno. Siamo di fronte all'ennesima emergenza umanitaria. Già dai prossimi giorni, con tutta probabilità, ci sarà bisogno di vestiario, di letti, di coperte, ma soprattutto di tetti sotto i quali ospitare le persone in fuga. Su questo possiamo esserci. Anche noi nel nostro piccolo possiamo dare un contributo. E allora parta da qui, da questa piazza, un appello ai cittadini del nostro Comune, perché facciano pervenire all'amministrazione la loro disponibilità in questo senso. E noi come amministrazione ci metteremo del nostro per coordinarsi con il sistema dell'accoglienza.

Ho aperto con un grazie e chiudo con un grazie. Grazie a tutti voi per la vostra testimonianza. Un gesto piccolo, quello di stasera, ma molto significativo. Il gesto di una comunità che, una volta di più, attraverso le persone riunite nello spirito associazionistico, si scopre vivo e reattivo sui temi della solidarietà e della pace. Un grazie ai nostri concittadini che proprio qui, tanti anni fa, da partigiani combattenti, da civili, da sostenitori degli alleati, ci riconsegnarono la libertà. E allora, anche con loro e per loro, nel nome del sacrificio a cui furono chiamati, da qui riparta un grido ispirato a quegli stessi valori, identici ora come allora.

Viva la libertà, viva la democrazia, viva la pace!