Il bosco di nessuno di voi

Titolo

Il bosco di nessuno di voi.
Piccole apocalissi per chi ama gli animali e la montagna.

 

Autore Federico Pagliai
 
Dati 2013, 283 p., rilegato
   
Editore

Fabbri

 

   

 

Sinossi

 

"Il bosco di nessuno di voi" non è propriamente un luogo ma un'altra parte che ciascuno può interpretare e sentire come crede. Il libro - inconcluso per definizione perché il girotondo degli animali che lo popolano è infinito racconta di un incanto senza tempo dove lo spirito di osservazione sulla natura si mescola, nell'autore e nel lettore, con la voglia e la determinazione di dimenticare la civiltà, di buttar via l'orologio e di qui, in definitiva, tutto il resto. Un gatto che gira randagio per il bosco, un pipistrello che si cruccia di non saper cantare, un cuculo che quel problema non ha, un riccio che non vuole esserlo, un'upupa tutta di un pezzo, un frassino che litiga con un faggio e l'immancabile ghiro innamorato. Così le scene del bosco di Federico Pagliai non hanno memoria né coscienza della nostra realtà, ma più entriamo in quelle maglie invisibili più ci diventa insopportabile la vita che siamo costretti o abbiamo scelto di vivere. Il paese Italia, corrotto, indebitato, offeso dal cemento ci pare una mostruosità rispetto a quel mondo antico che ci raccontano le stagioni, le montagne, le piante e la vita nei campi e l'allevamento del bestiame. Pagliai è un uomo che dedica tutta la sua vita alla montagna e ce la riporta con la sua dolcezza e la sua crudeltà. Così il "mondo che gira" male viene sommerso dalle voci degli animali, da miliardi di alberi che respirano e, finalmente, dalla libertà.

 

Il mio Commento    

 

Quando ti immergi in una lettura affiorano ricordi, rumori, profumi, sensazioni, conoscenze rimaste chiuse in un angolino remoto della testa. In fondo questo è il bello del leggere. Dentro quel ricettacolo di carta che è il libro finisci per trovarci un pezzetto di te: quello che puoi e quello che vuoi.

 

Da un po' di tempo mi capita di occuparmi di reti. Le reti sono uno degli strumenti più evoluti che la scienza moderna ha messo a punto per lo studio della complessità. Nodi e collegamenti fra nodi aiutano a spiegare i meccanismi che presidiano al funzionamento del cervello, di internet, delle dinamiche sociali e degli ecosistemi. Questi mondi complicati dove ogni singolo elemento, direttamente o indirettamente, influisce sugli altri trasformandoli in continuazione, si chiamano Sistemi Dinamici Complessi. Fra di essi il più complesso in assoluto è l'esistenza. Leggendo questo libro è difficile non pensarlo. Amore e odio, raziocinio e follia, sicurezza e ansia di libertà sono i poli entro cui si dipana il senso e il non senso del nostro attraversare il reticolo di eventi e di emozioni che compongono la vita. "Il bosco di nessuno di voi" raccoglie undici racconti. Sono storie di uomini, di animali parlanti e di piante improbabili, tutti legati all'incanto del bosco e alle sue leggi spietate. Ogni personaggio riproduce un tipo, una "topologia" di uomo, un essere e un sentire nel quale, durante la vita, ci sarà capitato o ci capiterà di immedesimarci. E' la rete dell'esistenza, in fondo, che si tende fra i nodi che quei tipi rappresentano. Ognuno di essi, chi più chi meno, stabilisce un legame con noi, e il senso del nostro viaggio, forse, sta tutto in questo gioco di relazioni, nella nostra capacità di lasciarsi incatenare evitando di scivolare fra le maglie vuote. Anche il bosco è una rete, un sistema complesso di piante  e di animali, di sassi inanimati e di acque, che cooperano o che competono gli uni con gli altri per la sopravvivenza. L'autore insuffla anima in questi "personaggi", ne fa un bosco di uomini che diventa metafora della vita. E' così che il "Bosco di nessuno di voi" diventa il cammino di ciascuno di noi.

 

Federico Pagliai racconta le sue storie, ma si potrebbe dire le nostre, con sensibilità acuta, alimentandole di uno stile veloce e di una capacità descrittiva non comune. Trasforma sensazioni e sentimenti complessi in immagini cristalline e morali lapidarie. Un libro molto piacevole che si legge su più livelli: raccolta di favole da raccontare ai bambini, selezione di racconti su cui riflettere con gli adulti.

 

Qualche

frase 

 

"Il convoglio procedeva lento, a bocca aperta. A ogni metro ingollava nostalgia e la distribuiva ai suoi passeggeri. Non c'è altro mezzo capace come il treno di infondere nostalgia".

 

"Il riccio trascorreva intere giornate in quella tomba di tana. Sembrava stare bene soltanto lì. Ma, forse, chi non sta bene con se stesso non trova pace da nessuna parte. Scelse la solitudine. E come ogni solitario aveva davanti una sfida corraggiosa quanto difficile: quella di provare a bastarsi, trasformare quel sentimento da vuoto che attanaglia a spazio da riempire".

 

"Gocce, ascoltatemi. E' normale che abbiate paura. Io stessa ne ho. Però non dobbiamo demordere. La paura è un mostro, il peggiore dei mostri. Peggiore di questo stesso buco nel quale siamo finite.forse, se siamo scivolate quaggiù, è perché dobbiamo superare una prova, dimostrare che possiamo farcela. Se a vincere sarà la paura perderemo i nostri pensieri, i nostri sogni".

 

"Si doveva lavorare senza protestare. In quei tempi il rapporto fra Lucrezia e Aldemaro si fece cattivo. Lui sfogava su di lei il suo odio verso le donne che alimetava quello di Lucrezia verso gli uomini. Si facevano la guerra ma erano loro stessi vittime delle loro pene, di una educazione senza mai un gesto di affetto e dove era concezione comune che le parole non servissero a niente".

 

 

 

 

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